martedì, settembre 29, 2015

Amo il potere

Napoleone e il potere.


Napoleone , in questo passaggio fornisce una sua personale definizione di potere.

Amo il potere come un musicista ama il proprio violino.

potere napoleone
Vive l'Empereur


Con queste parole, Bonaparte definisce l'ambizione al potere come parte costituzionale della sua persona. Amore viscerale per il comando, inclinazione naturale alla leadership.

Napoleone prosegue poi dicendo: amo il potere per trarne dolci accordi e armonia.

Il potere inteso, quindi come strumento al servizio degli altri e non come affermazione personale.
Concetto che poi è stato alla base di tutta la sua condotta di vita. Napoleone ha conquistato regni, ha vinto battaglie è stato a capo di una grande Nazione, ma il suo scopo non è mai stato quello di essere idolatrato.

Il potere come pane quotidiano, come fonte di vita.

Questa ricerca spasmodica del potere, questa ambizione particolare ha formato il suo carattere, dandogli un'energia fuori dal comune.

Un altro aspetto da sottolineare. Per Napoleone potere non voleva significare ricchezza. Certo non fu povero, ma alcuni suoi Marescialli lo furono più di lui. La ricchezza era una naturale conseguenza del potere, non lo stimolo o la ragione principale della sua ambizione.

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domenica, settembre 27, 2015

La morte di Desaix

L'eroica morte di Desaix.

Desaix occupa un posto di primo piano nell'epopea napoleonica benché la sua scomparsa avvenga assai presto, a Marengo.

Una sconfitta a Marengo avrebbe cambiato i destini della Francia e quelli personali di Napoleone Bonaparte.

Marengo

Fu proprio Desaix, infatti ha essere decisivo durante la battaglia . Napoleone, per una volta, non ci aveva visto giusto e la sconfitta era ormai certa. Solo l'intervento sul campo di battaglia da parte dell'intrepido Desaix, riuscì a sovvertire le sorti di quella che sembrava la fine delle aspirazioni di Bonaparte.

Napoleone, in un primo momento cercò di minimizzare l'importanza di Desaix nell'esito della battaglia, poi però fu più sincero.

Ecco la descrizione di quanto avvenne attraverso le parole stesse dell'Imperatore.

" Desaix è stato colpito da una pallottola mentre la sua divisione cominciava la carica. Ha a vuto slo il tempo di dire al giovane Lebrun che era con lui 

" Andate a dire al Primo Console che muoio con il dispiacere di non aver fatto abbastanza per vivere nella posterità"

Leggi sull'argomento Desaix : le pallottole non mi conoscono più

Napoleone e il suicidio

Napoleone si occupava di tutto, dagli affari di Stato più importanti ai problemi più spiccioli.

Ad un certo punto si accorse dell'aumento del numero di suicidi tra i suoi soldati per "pene d'amore".
Lui stesso non era stato immune durante la prima campagna d'Italia da una passione travolgente per la neo sposa Giuseppina, malgrado ciò egli seppe far fronte all'impeto del suo cuore, dando inizio alla sua folgorante carriera militare.


vive l'empereur

Ecco le sue parole, come sempre illuminanti.

" Un soldato deve sapere vincere il dolore e la malinconia delle passioni; che ci vuole tanto autentico coraggio nel sopportare le pene d'amore quanto nel rimanere esposto alla mitraglia di una batteria. Abbandonarsi al dolore  senza opporre resistenza, suicidandosi è abbandonare il campo di battaglia prima di avere vinto"

Le pallottole non mi conoscono più. La morte di Desaix

Napoleone narra come Desaix, durante la battaglia di Marengo, dove fu decisivo per sovvertire le sorti della stessa che sembravano segnate per i Francesi, avesse un triste presentimento per se stesso.

E' 1l 14 giugno del 1800 si sta combattendo una battaglia che sconfiggerà in maniera definitiva l'esercito austriaco e che darà per la seconda volta in pochi anni alla Francia il controllo dell'Italia settentrionale.

Gli Austriaci al cui comando c'è il generale von Melas escono da Alessandria e attaccano in forze i Francesi.
La storia della battaglia è nota, in un primo momento Napoleone non comprende di avere di fronte l'intero esercito austriaco, tanto che la sconfitta si prospetta come probabile.

Lo stesso von Melas è convinto di aver sconfitto Bonaparte e invia un dispaccio a Vienna annunciando la vittoria.

La disfatta francese sembra cosa fatta quando sul campo di battaglia piomba Desaix con i suoi uomini.

La morte di Desaix



e' stato il suo istinto di soldato a guidarlo sul campo di battaglia, perché gli ordini di Napoleone erano stati s' inviati, ma sarebbero giunti in ritardo se il prode generale non avesse preso l'iniziativa.

Come spesso accade le truppe convinte della vittoria quando sul campo di battaglia arrivano rinforzi per il nemico si fanno sopraffare dallo scoramento. Questo accadde agli Austriaci, stanchi dalla giornata campale combattuta su un terreno fangoso e acquitrinoso.

Nel contempo la vista dei soldati di Desaix diede nuovo vigore ai Francesi e Kellermann con la sua cavalleria diede una spinta decisiva alla vittoria di Napoleone e dei suoi eserciti.

L'arguzia e la sagacia di sldato di Desaix furono, però pagate a caro prezzo. Il generale viene ferito a morte.



desaix


Queste le parole raccolte dall'Imperatore:

" Sono stato troppo tempo lontano dai campi di battaglia europei, le pallottole non mi conoscono più".



Lapide Desaix

Un presentimento che si rivelò fatale, il prode Desaix morì da eroe.

Per approfondimenti: l'Immatura scomparsa del generale Desaix

lunedì, settembre 21, 2015

Napoleone e le donne

Qual era il rapporto di Napoleone con le donne?

Rapporto complicato senza dubbio. L'amore per Bonaparte era una complicazione nella sua vita. Un impegno da gestire cui non poteva dedicare tantissimo tempo. 
Nella sua età giovanile compare qua e là qualche amoruncolo, qualche infatuazione, ma nulla di particolarmente importante.
Napoleone non fu mai un Don Giovanni. I suoi modi rudi, pratici non erano  graditi al gentil sesso.  Quando conquistò il potere non gli mancarono le compagne di letto, ma si può ben capire che non era il suo fascino ad attrarre.




donne napoleone

La prime esperienza d'amore di Napoleone


La prima esperienza d'amore di Napoleone la si fa risalire al 1786, il futuro Imperatore dei Francesi è a Parigi. Ecco il racconto di quanto avvenne:

"Uscivo dagli Italiens e passeggiavo a grandi passi lungo i viali di Palais Royal. Ero sulla soglia della porta di ferro quando il mio sguardo si pose su una persona di sesso femminile. L'ora, la statura, la sua estrema giovinezza non mi fecero dubitare si trattasse di una mondana. La guardavo, lei si fermò. La sua timidezza mi incoraggiò e le parlai. Sì le parlai, proprio io che pervaso più di chiunque altro dall'odiosità della sua condizione, mi sono creduto insudiciato.
" Lei avrà molto freddo, come può pensare di passeggiare nei viali?"
"Ah Signore, mi sostiene la speranza. Devo pur terminare a serata".
L'indifferenza con cui pronunciava queste parole, la tranquillità di questa risposta mi conquistò e mi avvicinai.
" Lei ha l'aria di avere una costituzione molto fragile. Mi sorprende che non sia affaticata dal suo mestiere."
" Diamine Signore bisogna pur far qualcosa".
"Può essere, ma non c'è un mestiere più adatto alla sua salute?"
" No, Signore, bisogna pur vivere"

Fui ammaliato, vidi che almeno mi rispondeva, successo che mai mi era arriso a tutti i tentativi che avevo fatto.


piccolo caporale

La mondana di Palais Royal fu la prima donna che Napoleone amò?

Probabilmente sì.. Quel successo cui fa riferimento Bonaparte e quel coraggio di cui parla sono un indizio abbastanza preciso di quel che avvenne dopo.

Quello che colpisce del colloquio che Napoleone ha riportato è però l'estrema timidezza nell'approcciarsi all'altro sesso.

Il giovane Bonaparte non sta parlando con una dama dei salotti parigini, ma il tono che usa è deferente quasi timido. 

Sembra incredibile paragonare il Napoleone fermo e deciso, l'uomo in grado di tenere a bada migliaia di uomini con questo ritratto di un pavido e incerto giovane al cospetto di una mondana.

Il mondo femminile è in quel momento del tutto sconosciuto a Napoleone, egli non sa come approcciarsi ad esso.

Le altre donne di Napoleone 


D'altra parte anche ripensando ai primi momenti del rapporto con Giuseppina non possiamo che sottolineare l' insana passione che lo travolse, la sua difficoltà a gestire un rapporto con una donna più anziana ed esperta.

Col passare degli anni le cose cambiarono, egli si trovò nella condizione di non aver bisogno di conquistare una donna. Era facile per lui "possedere" quante fanciulle voleva. Malgrado ciò non furono molte le  sue avventure amorose.
Gli aneddoti parlano di ragazze che passavano le notti nelle sue stanze senza che Napoleone trovasse il tempo per raggiungerle.

E le volte in cui si incontrava con qualche dama lo faceva in maniera frettolosa e senza alcun coinvolgimento.

In fondo la donna della sua vita fu una: Giuseppina. La sua compagna appassionata, l'imperatrice, il suo portafortuna.
Alcuni testimoni dicono che Josephine insieme ad armèe e tete furono le sue ultime parole prime di spirare.

Un ruolo importante lo svolse anche Maria Walewska, la giovane polacca che gli diede anche un figlio.

Napoleone, poi non dimenticò mai la sua prima fidanzata Desirèe Clary che divenne poi moglie di Bernadotte e regina di Svezia.
( leggi i particolari di questa bella storia d'amore)


Un posto meno importante lo ricoprì, invece Eleonore Denuelle che pure gli diede un figlio. ( leggi l'amante che diede un figlio a Napoleone)


Related: Le api nella simbologia napoleonica




sabato, settembre 19, 2015

Napoleone il cattolico

Ecco le parole del'Imperatore. Egli sta passeggiando una domenica mattina, si trova alla Malmaison. Giuseppina dorme. Napoleone, come sempre mattiniero scende nella tenuta. E' solo, non ci sono valletti o aiutanti di campo. Colpito dalla profonda quiete del momento, Bonaparte fa questa riflessione.


" Domenica scorsa camminavo in questa solitudine , in questo silenzio della natura. Improvvisamente mi colpì l'orecchio il suono della campana di Ruel. Mi commossi, tanta è la forza dell'educazione ricevuta, delle abitudini acquisite. Dissi a me stesso: quale impressione ciò deve fare sugli animi semplici e inclini alla credulità".

giovedì, settembre 17, 2015

Napoleone: Sono io che creo le circostanze

Una delle frasi più celebri di Napoleone.

Anche se spesso Bonaparte ha citato il destino, il fato, in questa sua affermazione mette in rilievo un altro aspetto del suo poliedrico carattere: la forza di volontà.


napoleone1769

Sono io che creo le circostanze, vuol dire che ogni sua impresa, ogni sua battaglia, ogni sua vittoria non è stata frutto del caso, ma di un lavorio continuo e incessante.

I dettagli, i particolari più insignificanti, tutto veniva registrato nella sottile mente dell'Imperatore. Ogni possibile difficoltà. ogni evenienza, anche la più difficile a realizzarsi veniva esaminata con cura. 

Napoleone aveva sempre la situazione sotto controllo. Egli studiava in ogni minimo particolare le situazioni, soprattutto quelle militari. 
Niente era lasciato al caso. 
Spesso i commentatori dell'epoca parlavano di casi fortuiti, di colpi di fortuna nelle vicende che lo coinvolgevano. Napoleone ci tiene a precisare che le circostanze favorevoli sono state create dal suo genio, dal suo incessante lavoro, dalla cura spasmodica dei particolari.

Essere padrone del proprio destino, essere vincitore con la forza della volontà e dell'ambizione, questa la lezione che ci viene da Bonaparte.

Sei appassionato di storia?

Leggi ancora: le api nella simbologia napoleonica

Una lettura per i più giovani: Napoleone, un generale quasi invincibile da Focus Junior

Una ricerca per gli studenti: La figura di Napoleone


mercoledì, settembre 16, 2015

Napoleone : ammirazione, paura, odio, terrore, amore

Ho suscitato ammirazione, paura, odio, terrore e amore.
Migliaia di uomini sarebbero morti per me.
Migliaia di uomini avrebbero voluto uccidermi.

Napoleone Bonaparte
Napoleone e il suo destino

Questo può intendersi come il manifesto della vita di Napoleone.



L'Ammirazione

Il Genio Militare


Napoleone è stato senza dubbio un genio nel campo militare. Il suo modo di fare la guerra non era del tutto nuovo. Karl von Clausewitz nel suo trattato "Della guerra" aveva già individuato quali innovazioni avrebbero dovuto avere gli eserciti. Napoleone fece proprie queste nuove idee e le interpretò alla sua maniera.
Le truppe napoleoniche viaggiavano senza carriaggi. I soldati portavano con sè tutto quello che potevano, dalle vettovaglie alle riserve di munizioni. In questo modo gli spostamenti delle truppe erano rapidi. I soldati di Napoleone si muovevano al doppio della velocità rispetto a quelli degli eserciti nemici e per tale ragione riuscivano ad essere sempre presenti in numero maggiore sul campo di battaglia. Marengo, Austerlitz, Wagram furono dei capolavori di strategia e tattica militare.

L'ammirazione per Napoleone non è circoscritta al campo militare. Bonaparte fu un uomo di Stato come pochi nel corso della storia. La nazione francese fu rivoltata e riformata. L'amministrazione efficientata. Un nuovo codice diede leggi certe alla Francia. Il Concordato con la Chiesa di Roma pose nuove basi sui rapporti con il Clero ribadendo l'assolutà laicità dello Stato. Grandiose opere pubbliche diedero un volto nuovo a Parigi e all'intera Francia.

Paura

Napoleone faceva paura. I suoi nemici lo chiamavano "l'Orco".Bonaparte faceva paura perchè portava la Rivoluzione francese fuori dai confini. Non erano le truppe il pericolo che paventavano le nazioni straniere, ma le idee che con esse viaggiavano. 

Odio

Napoleone fu odiato da molti. Le madri dei soldati che partivano in guerra l'odiavano. I soldati avversari lo odiavano. L'odiavano i realisti e i giacobini. L'odiavano le popolazioni invase dai Francesi per le spoliazioni e i saccheggi. 

Terrore

Quando si muovevano le truppe francesi si sapeva che sanguinose battaglie sarebbero avvenute di lì a poco. Migliaia di morti avrebbero insaguinato le terre di Europa. Terrore per quelle popolazioni che avrebbero visto il passaggio di così tanti soldati, terrore per chi pensava di poter perdere tutto.

Amore

Nn solo odio, però. Napoleone fu anche molto amato. I suoi soldati lo amavano anzi lo veneravano. Per Bonaparte si sarebbero lanciati, senza paura, nel mezzo della più cruenta delle battaglie. Giuseppina l'amava. Anche Maria Walewska lo amò molto. La madre Letizia Ramolino non cessò mai di volergli bene. Anche l'adorata Paolina l'amò incessantemente. Il popolo amava Napoleone e on cessò mai di acclamarlo anche quando la sua stella stava volgendo al tramonto.